È una questione di consenso e di intensità della conversazione
Tutte le riflessioni in questo post e gli strumenti di cui parlerò nel prossimo seguono un filo conduttore comune: l’espressione e il rispetto del consenso e la gestione dell’intensità della conversazione.
Il gioco di ruolo da tavolo assume di frequente la forma della conversazione. In quanto attività sociale, ha la potenzialità di toccare corde sensibili nelle persone che giocano. Può succedere a prescindere che la situazione immaginaria oggetto del gioco sia orientata a contenuti leggeri , o che preveda dinamiche emotivamente forti. Due titoli di esempio per i due estremi possono essere D&D e La Mia Vita Col Padrone.
Questo non succede solo per via degli effetti del bleed, ma perché ogni conversazione, in ogni contesto, può deragliare per le più diverse ragioni. Quando accade, può finire in posti non desiderabili.
Nello spazio del gioco il rischio è che a volte può risultare difficile spiegare come qualcosa non ci vada bene o lo riteniamo problematico. Può succedere per via della pressione sociale all’interno del gruppo.
Ad esempio, se alcune persone partecipanti sono al tavolo più per la compagnia che per il gioco e altre invece vorrebbero focalizzarsi sul gioco. Oppure per il timore di rovinare il divertimento di qualche altro partecipante. Oppure, ancora, per una qualche forma di timidezza o imbarazzo, per il timore di esporsi.
Se è per finta e divertente non può fare male, no?
In alcuni contesti è condivisa l’idea che se qualcosa di sgradevole succede in uno spazio collegato all’immaginazione, allora non può fare davvero male. Figuriamoci essere pericoloso. Soprattutto se per qualcuno è divertente. In fondo è solo un gioco, no?
No.
Dico davvero. I giochi sono da prendere sul serio, anche quando vogliamo solo divertirci.
Il gioco non è e non deve mai essere una scusa per ignorare il fatto che un “no” significa “no”. Oppure per non fermare un comportamento sgradito o fuori luogo che non rientra nel contratto sociale o che qualcuno segnala come problematico.